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Brevetto Unitario: anche da Londra arriva il sì

Il governo britannico ha formalmente comunicato l’intenzione di voler aderire al sistema "Unitary Patent" 23 dicembre 2016

A sei mesi dal voto per Brexit, che ha sancito il desiderio di uscire dall’Unione Europea, la Gran Bretagna sorprendentemente ha annunciato la decisione di voler ratificare gli atti per l’adesione al Brevetto Europeo Unitario, iniziativa che va nel segno di una maggiore integrazione con gli Stati membri.

Il 29 novembre gli inglesi hanno dichiarato la loro ferma intenzione di voler far parte di un sistema brevettuale che valga nell’intero territorio dell’Unione Europea.

La decisione della Gran Bretagna solo in apparenza è in contrasto con la rinuncia all’appartenenza all’UE. La nuova disciplina che tutelerà i brevetti, infatti, è un accordo intergovernativo ratificato dai singoli Stati, non è quindi di emanazione strettamente comunitaria. Per il governo britannico, dunque, la gestione del nuovo sistema non è incompatibile con i negoziati di Londra per uscire dall’Unione.

Attualmente il Brevetto Europeo è un “fascio” di brevetti nazionali, concesso unitariamente dall’European Patent Office (EPO), ma poi nazionalizzato in ciascuno Stato a cui il titolare voglia estenderlo. Per avere effetto, una volta rilasciato, deve essere convalidato, ovvero tradotto nelle lingue dei singoli Stati membri per cui è stata richiesta la tutela. Scopo del Brevetto Unitario è, invece, il rilascio di un attestato brevettuale costituente un titolo unico e autonomo, valido in tutto il territorio della UE.

La riforma sul Brevetto Unitario prevede anche la creazione di un Tribunale Unificato dei brevetti dotato di una giurisdizione esclusiva per tutte le controversie riguardanti il Brevetto Europeo e il futuro Brevetto Europeo con effetto unitario (il nuovo sistema non andrà, infatti, a sostituire il preesistente Brevetto Europeo, ma coesisterà con esso dando la possibilità alle imprese di valutare da un punto di vista strategico ed economico quale sistema sia preferibile usare). A questo proposito, con la decisione di voler aderire al Brevetto Unitario, Londra ha dato anche il suo consenso a ospitare il Tribunale per il contenzioso che riguarda la tutela della Proprietà Intellettuale nel settore farmaceutico e del life science. Sarebbe pronta anche la nuova sede: nella recente costruzione della Aldgate Tower.

Per l’Italia questa rappresenta una cattiva notizia. Milano avrebbe avuto ottime possibilità di vedersi riconosciuta la terza sede di primo grado del Tribunale Unificato dei brevetti, essendo l’Italia, dopo l’Inghilterra, il paese con il maggior numero di brevetti a livello comunitario.

In ogni caso, per entrare in funzione, il Tribunale Unificato dovrà essere ratificato da almeno 13 Paesi, tra cui Francia, Germania e Gran Bretagna. Attualmente si contano 12 sì e se arriverà anche l’ufficiale consenso di Londra, nonché quello di Berlino, il brevetto unitario potrebbe prender vita già a metà 2017.

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