L'innovazione in Italia: segnali misti dalle statistiche brevettuali nazionali ed europee
L'Italia registra una lieve flessione nel numero di domande di brevetto europeo ma conferma l’adesione al brevetto Unitario, crescono inoltre i depositi di brevetto nazionale 6 giugno 2025Nel 2024 l'innovazione brevettuale in Europa ha mostrato segnali misti: il totale di 199.264 domande EP rimane di fatto stabile (–0,1 % vs. 2023), ma per la prima volta il settore leader è stato la tecnologia informatica, grazie all'AI e al machine learning.
In Italia, i depositi EP sono scesi a 4.853 (–4,5 %), mentre i depositi nazionali hanno ripreso vigore (12.242 domande di brevetto per invenzione e modello di utilità, con le invenzioni in crescita a +7,4 %). Sul lungo periodo (2015–2024) l'Italia è quinta in Europa per crescita media annua di depositi EP (+2,5 %), ma resta solo 19ª per depositi pro capite (82/milione).
Lombardia ed Emilia-Romagna – pur arretrando rispettivamente al 13° e restando al 17° posto UE – continuano a generare oltre il 60% dei brevetti italiani all'EPO, mentre il Veneto esce dalla top-20 UE.
1. Contesto Europeo
1.1 Volumi e settori trainanti
Nel 2024 l'EPO ha ricevuto 199.264 domande, quasi in linea con il record di 199.452 del 2023 (–0,1 %). Per la prima volta, la tecnologia informatica è diventata il settore più brevettato (16 815 domande, +3,3 %) , seguita da macchinari e energia (+8,9 %) e biotecnologia (+5,4 %). Otto dei primi dieci settori sono in crescita, mentre digitale (–6,3 %), medicale (–3,0 %) e farmaceutico (–13,2 %) calano.
1.2 Provenienza e tipologia dei depositanti
Gli Stati Uniti restano il principale paese origine di domande (24%), seguiti da Germania (12,6%), Giappone (10,6%), Cina (10,1%) e Corea del Sud (6,6%). Tra i richiedenti, Samsung (5.107 domande) ha riconquistato il primato, davanti a Huawei, LG, Qualcomm ed RTX. Il 22% delle domande EP proviene da PMI o inventori singoli, l'8% da università e centri di ricerca.
2. Italia: record e criticità
2.1 Brevetti Europei
I volumi di deposito di domande EP nel 2024 dall'Italia sono in leggero calo: 4.853 domande (–4,5 % vs. 5.082 nel 2023) .
L'Italia si posiziona in graduatoria come 11° per volume, 19° per depositi/milione abitanti (82/milione).
Da una nostra elaborazione interna risulta una crescita media di depositi EP italiani nel periodo 2015–2024: +2,5 % annuo, 5° in Europa davanti a USA, UK, Francia e Germania.
2.2 Brevetto Unitario
Nel 2024 il numero di domande di richiesta di brevetto con effetto Unitario provenienti dall'Italia si è attestato a 1.666. Con questi dati, l'Italia si conferma attore principale che supporta il nuovo sistema UP/UPC, posizionandosi al 3° posto assoluto per numero, 2° per tasso di adesione (33% dei depositi EP).
2.3 Depositi nazionali (UIBM)
Il totale delle domande di brevetto depositate in Italia nel 2024 è stato di 12.242, in aumento complessivo rispetto al 2023. L'incremento è trainato con forza dal numero di depositi di brevetti per invenzioni, pari a 10.148 (+7,4 % rispetto al 2023) mentre i depositi di modelli d'utilità sono pressoché invariati rispetto al 2023 (1.830, –1,1 %).
Il trend dei depositi di brevetto per invenzione industriale mostra una forte ripresa dal minimo 2021, toccando nel 2024 la terza migliore performance di sempre.
Le richieste di apertura della fase nazionale italiana da domande internazionali di brevetto secondo il Patent Cooperation Treaty (PCT) hanno registrato un aumento complessivo nel 2024 del 14% rispetto all'anno precedente, raggiungendo la cifra di 251 depositi (220 erano stati nel 2023).
2.4 Convalide e concessioni UIBM
Le convalide di brevetti Europei BE nel 2024 sono state 20 821, con un calo dell'11,7 % per effetto del nuovo brevetto Unitario.
Nel 2024 le concessioni di brevetti sono state complessivamente 9.027 (–7,7 %), di cui 7.532 invenzioni (–8,4 %), 1.273 modelli di utilità (–8,0 %), 160 brevetti per invenzione da PCT +21,2%.
Il dato cumulativo sulla forte crescita delle domanda di brevetto da PCT (+14%) e delle concessioni di brevetto da PCT (+21,2%) dimostra che questo strumento è particolarmente apprezzato dagli attori dell'innovazione brevettuale e può essere considerato una fonte di attrattiva per innovatori e investitori internazionali.
2.5 Performance regionali
Solo Lombardia (1.468 domande, –9,7%) ed Emilia-Romagna (922, –3,8%) rimangono tra le prime 20 UE; Veneto (651, –4,3%) esce dalla top-20.
Queste tre regioni generano oltre il 60 % dei brevetti EP italiani.
Si registrano le crescite più forti in Liguria +36,4%, Piemonte +15,6%, Toscana +14,5%, Trentino-Alto Adige +9,3%, anche se i numeri assoluti rimangono esigui, a dimostrazione del forte margine di crescita disponibile.
3. Punti di forza e sfide
Tra i punti di forza del sistema Italiano si rileva l'adozione massiccia del brevetto Unitario e la conferma della ripresa robusta dei depositi di brevetto nazionali.
Anche l'elevata crescita media annua dei depositi EP italiani nel raffronto sul medio periodo è un segnale incoraggiante.
Il numero di depositi EP pro capite in Italia è ancora basso (19° posto in graduatoria). E' necessario incentivare e stimolare l'uso dello strumento della tutela brevettuale perché il sistema Italia possa competere sul territorio Europeo rispetto agli attori extra-Europei – Stati Uniti, Giappone, Cina, Corea del Sud – che costituiscono larga parte dei paesi depositanti brevetti EP.
Il fatto che nessuna azienda italiana sia nella top-50 EPO riflette da un lato la peculiare struttura del tessuto industriale ma dall'altro fa suonare un campanello d'allarme se raffrontiamo con la situazione ad esempio della Germania – anch'essa con un'economia Europea fortemente incentrata sulle PMI ma tuttavia capace di esprimere tre aziende nella top-10 EPO come Siemens, Basf, Robert Bosch. E' necessaria, riteniamo, una riflessione all'interno di quelle aziende Italiane che sono già capaci, per molti versi ed in vari ambiti, di competere con successo con questi e simili attori a livello globale ma che tutt'ora investono nell'innovazione brevettuale risorse relativamente limitate rispetto al loro potenziale ed alle sfide economiche e tecnologiche in cui sono e saranno coinvolte.
4. Pensieri finali
Incentivi R&S e di carattere fiscale per PMI e start-up giocano un ruolo cruciale, unitamente alla capacità di questi soggetti di fare proprio e rendere innato nel loro DNA aziendale lo strumento della tutela brevettuale, inteso non come costo accessorio ma come vero e proprio strumento di investimento competitivo integrato nei processi aziendali.
Questo approccio dovrebbe coinvolgere e rendere sistematica la formazione sulle tematiche dell'IP nelle università, istituti e centri di ricerca e istituti tecnici di alta specializzazione, intese anche come fonti primarie di risorse ad alto valore aggiunto per le aziende, erodendo il preconcetto che il brevetto è un costo, a favore di una visione integrata del brevetto come leva competitiva.
Supportare e stimolare i campioni nazionali per entrare nella top-50 EPO è altrettanto cruciale. Sono aziende che hanno già dimostrato la capacità di competere con successo a livello globale ma che per diverse ragioni – storiche, legate a preconcetti superabili oppure a scarsa lungimiranza – non investono quanto potrebbero e dovrebbero nella tutela brevettuale. Purtroppo il mondo là fuori (brevettuale e non) non aspetta.