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È stato recentemente presentato a Parigi il rapporto 'Trade in Counterfeit and Pirated Goods: Mapping the Economic Impact', realizzato congiuntamente dall'Ufficio dell'UE per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dall'OCSE, che fornisce una stima dell'impatto economico della contraffazione e della pirateria sugli scambi internazionali.

L'analisi evidenzia che il commercio di falsi e prodotti contraffatti nel 2013 è stato pari al 2,5% degli scambi commerciali a livello mondiale (per un valore di 461 mld di dollari). Il dato, già di per sé allarmante, addirittura raddoppia nel caso dell’Unione Europea: il giro d'affari legato alle merci contraffatte ha rappresentato, sempre nel 2013, il 5% delle importazioni totali dell’UE (85 mld di dollari in valore).

Questi dati confermano un trend in crescita, dal momento che un precedente studio OCSE del 2009 indicava che il commercio di prodotti contraffatti era pari all'1,9% delle importazioni mondiali, per un valore di 200 miliardi di dollari.

Il rapporto conferma inoltre che le merci contraffatte scambiate a livello globale nel 15% dei casi sono merci false che ledono i titolari dei diritti di marchi italiani. Il Made in Italy è dunque tra le categorie più colpite dal fenomeno della contraffazione, al secondo posto nella classifica solo dopo i brand statunitensi.

Per la redazione del rapporto sono stati analizzati quasi mezzo milione di casi di sequestro da parte delle Autorità doganali tra il 2011 e il 2013, con il fine di realizzare la stima più rigorosa e aggiornata sul fenomeno della contraffazione.
“I dati emersi dal nuovo rapporto contraddicono l’idea diffusa che i contraffattori colpiscono solo le grandi aziende e i produttori di beni di lusso. Si approfittano della nostra fiducia nei marchi e nei brand danneggiando profondamente le economie” - ha commentato il vice Segretario Generale dell’OCSE Doug Frantz durante la presentazione del rapporto insieme al Direttore Esecutivo dell’EUIPO António Campinos.

Mapping the Economic impact